Il mercato edilizio, forte degli incentivi statali come il Superbonus 110%, l’Ecobonus, Bonus Infissi e vari altri, ha subito un’impennata negli ultimi mesi che non solo anticipa il superamento della crisi che attanaglia il settore da oltre un decennio, ma fa ben sperare per la ripresa post pandemica. Quasi il 60% delle imprese edili italiane ha registrato una crescita della mole di lavoro, circa del 70% nel solo settore serramenti. In particolare gli infissi in alluminio a taglio termico vedono un boom spiegabile in parte con le agevolazioni fiscali ora disponibili, ma anche per le caratteristiche specifiche dell’infisso che risulta essere tra i più performanti, duraturi e di design.
Aumento dei prezzi delle materie prime
Nonostante queste ottime notizie, purtroppo si prospettano nubi all’orizzonte: da qualche tempo aziende e serramentisti stanno riscontrando un incremento preoccupante dei prezzi delle materie prime. Da una ricerca del Centro Studi del CNA si apprende che “nel settore delle costruzioni gli aumenti più importanti in un anno riguardano i metalli (+20,8%), con punte che superano il +50%; i materiali termoisolanti (+16%) con punte che oscillano tra il +25% e il +50%; i materiali per gli impianti (+14,6%), con punte che superano il +25%, e il legno (+14,3%). Elevata anche la crescita per altri materiali, che oscilla tra il +9,4% di malte e collanti e il +11,3% dei laterizi”. Nello specifico l’alluminio ha registrato un amento del 15-20%; il legno lamellare ha raddoppiato i costi da 400 a 800 euro al metro cubo la cosa, sommandosi agli aumenti dei pallet già registrati l’estate scorsa, ha fatto lievitare i costi di trasporto e logistica.
Perché gli incrementi?
Il motivo cui si adduce maggiormente l’aumento delle materie prime è la ripresa delle attività di Cina e Usa dopo la pandemia. La Cina avanti già di qualche mese e gli Stati Uniti in piena corsa, dopo le misure anti COVID-19 messe in atto dal neo presidente Biden, stanno monopolizzando il mercato producendo e acquistando gran parte delle materie prime.
Quali conseguenze?
La prima conseguenza di quanto sta accadendo è chiaramente l’aumento dei prezzi. Le due superpotenze dettano le regole e l’Europa che non produce una quantità di materie prime minimamente sufficiente per sopperire al fabbisogno della popolazione, è in difficoltà. All’aumento dei prezzi si affianca anche una difficoltà di approvvigionamento: chi acquista le materie prime le utilizza per la propria produzione e poi pensa a rivenderle, con un conseguente ritardo nella consegna. Diverse aziende italiane hanno già segnalato l’impossibilità di reperire vari materiali nel giro di pochi mesi. Questo non solo rallenterà la produzione ma anche l’incasso per aziende e lavoratori autonomi. Un’altra importante conseguenza di questo aumento dei prezzi, soprattutto per chi applica le agevolazioni statali, è il diminuito margine di guadagno per tutti coloro che hanno già firmato dei contratti basandosi su listini prezzo ufficiali non ancora aggiornati ai costi attuali.
Come tutelare il lavoro di aziende e serramentisti?
Data la precarietà del momento e l’impossibilità di fare previsioni a lungo termine, i serramentisti e le aziende possono tutelare in parte la loro attività e il loro guadagno proponendo al cliente offerte a tempo limitato, in modo da poter valutare di settimana in settimana i costi e inserendo nei contratti d’acquisto clausole di revisione dei prezzi nel caso di aumento dei costi delle materie prime.